mercoledì 4 novembre 2009

PIGMEO - Chuck Palahniuk - Strade Blu Mondadori

Ho letto Fight Club e mi sono trovato addosso un tatuaggio e un punto di vista diverso sul mondo e del mondo. Ho certamente mutuato metodiche di scrittura e punteggiatura. Ho pensato e penso tuttora che Palahniuk sia uno dei pochi, veri scrittori che girano di questi tempi.
Per questo, non credo che Pigmeo sia un libro di Chuck Palahniuk.
Eroico il traduttore del libro, di cui non posso dire di aver apprezzato la storia perché non l'ho vista passare nemmeno di striscio. Ero troppo impegnato, di volta in volta, ad arrivare in fondo alla frase. Un libro scritto come parlerebbe uno straniero in terra straniera, tutto un libro; uno straniero in terra straniera che è Pigmy, il protagonista, di cui pur sforzandomi all'eccesso non saprei dire più di due o tre parole: nero, terrorista, qualcosa del genere. O Palahniuk è ormai troppo avanti rispetto ai suoi tanti lettori, oppure questo libro è davvero una stronzata fuori dal comune; una specie di esperimento genetico, forse. Un esperimento fallito. Se invece si voleva dimostrare quanto sia enorme al giorno d'oggi l'incomunicabilità sociale e culturale tra i popoli e le persone, esprimendola attraverso una non-comunicazione verbale e letteraria, allora l'esperimento di questo metalibro è riuscito alla grande. Tuttavia, il vecchio Chuck è (era?) tutt'altra roba.

VOTO: 4 - Chuck, ti prego, ricomincia a drogarti

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