martedì 12 gennaio 2010

NERO DI LUNA - Marco Vichi - Guanda

Non conoscevo Marco Vichi, e sono sempre stato piuttosto restio rispetto agli scrittori “localisti”, che si possono identificare con una città, un paese, un territorio. Questione di gusti, ci mancherebbe: solo per fare un esempio, Montalbano, a me, non piace.
Poi ho comprato “Nero di Luna”. Credo che a colui che ha creato la nuova linea grafica delle copertine dei romanzi Guanda dovrebbero fare un monumento in oro massiccio, e spero vivamente che prenda un sacco di soldi perché davvero il suo lavoro lo sa fare. Molto, molto bene.
Insomma: ho comprato Nero di Luna e me lo sono letto. La storia non è certo uno di quei capolavori che ti tengono col fiato sospeso, ma si fa leggere piacevolmente. Ok, lo scrittore che si ritira nella casa di campagna in cerca di ispirazione, il paese, fatti strani, forse un lupo mannaro, un paio di segreti qua e là e, ovviamente, una bella donna, forse sono ingredienti un po’ inflazionati. Tutto ciò però non può certo far dire che il tempo passato a leggere questo romanzo sia tempo sprecato. Anzi.
Anche la scrittura… Be’, non sono riuscito a capire da subito se mi piacesse o meno il modo di scrivere di Vichi, di cui non avevo mai letto niente. In alcune parti l’ho trovato un po’ annacquato. Ma nell’insieme, direi che è un libro che può tranquillamente piacere. Anche perché fornisce, finalmente, un’immagine del Chianti ben diversa da quella stereotipata del cipressino sul cocuzzoletto con la casina e il filo di fumo dal camino.

VOTO: 6,5 ma più verso il 7 che verso il 6

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