lunedì 22 marzo 2010

L'ISTINTO DEL LUPO - Massimo Lugli - Newton&Compton

Come Lapo è diventato il Lupo. Una storia così improbabile da essere verosimile. Dal lusso ovattato di una famiglia come tante, dove Pa' e Ma' si scannano da mattina a sera, dove il "signorino" viene picchiato da mattina a sera dai bulli di scuola e non ha amici, si arriva alla strada, al vivere per sopravvivere, dove l'uomo diventa animale infido, traditore ma anche fedele, sanguinario, violento, amorevole. Lugli, con la solita, ottima capacità di coinvolgere attraverso la scrittura scarna e ritmata, ci spiega come il Lupo della sua prima opera è diventato ciò che è. Un animale di strada. Ci spiega chi è Tamoa, il suo maestro, un po' santone un po' alcolizzato. Ci spiega la poesia della prima volta: la prima volta di una coltellata, la prima volta di una rissa, di uno schiaffo. La prima volta del sesso con un'inattesa, bellissima prostituta. Un battesimo, una cerimonia di iniziazione verso l'orlo dell'abisso in cui precipitare per scoprire che forse dentro l'abisso si vive meglio. Senza obblighi, senza vergogne, senza canoni se non quelli della salvazione di se stessi. Vi è anche un accenno al "Carezzevole", che diverrà il coprotagonista del terzo lavoro di Lugli. Mi è sempre piaciuta la concatenazione tra le opere. Ricordo, per esempio, due libri di Stephen King in cui si descrive lo stesso evento visto da due persone diverse, che a un certo punto di vicende separate e del tutto indipendente l'una dall'altra, si vedono attraverso un pozzo durante un'eclisse. L'ho trovato geniale. Ma King è King. E Lugli è Lugli. E direi che, di questa piccola ma innegabile verità, il cronista di nera non può certo rammaricarsi.

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