
mercoledì 24 marzo 2010
CITTÁ IN NERO - Autori vari (a cura di Marco Vichi) - Tea

lunedì 22 marzo 2010
L'ISTINTO DEL LUPO - Massimo Lugli - Newton&Compton

lunedì 15 marzo 2010
LA LEGGE DI LUPO SOLITARIO - Massimo Lugli - Newton & Compton

Un paio di post fa potete trovare la recensione de "Il Carezzevole" di Massimo Lugli. Subito, sono corso a prendermi gli altri due lavori letterari del cronista di nera. Tempo dieci ore e mi sono scolato "La Legge di Lupo Solitario". Il che mi conferma che Lugli mi piace assai. Ho letto i due libri in meno di due giorni. Cosa mai successa prima.
Lupo è un barbone fattone asociale che gira per Roma con un coltello in tasca quando va bene, con un chiodo arrugginito quando va un po' meno bene. La sopravvivenza sulla strada è un casino. L'unico culo a cui si tiene è il proprio, non c'è spazio per la moralità, non c'è spazio per la condivisione, o per qualche sentimento. Lupo vive in mezzo a reietti e, pur essendo un reietto lui stesso, rivendica una sorta di coscienza di classe degli ultimi, un modo senza regole o, forse, con più regole di tutti gli altri. Regole in qualche modo condivise, rispettate. Imposte. Un mondo decadente, a pezzi, che si scontra con quello di chi vive nel lusso, con un lavoro, con una villa, con l'oro e i gioielli. I signori, i dottori, le signore... Oltre la facciata, oltre la sovrastruttura, quello siamo e quello rimaniamo: esseri viventi in lotta per la sopravvivenza. E spesso, quelli che indossano le maschere quotidiane del benessere hanno bisogno dei reietti. Forse perché tutti veniamo da lì. Forse, perché semplicemente c'è chi vince, c'è chi perde.
L'ULTIMO INDIZIO - Piernicola Silvis - Fazi Editore

La struttura narrativa del libro è comunque resa interessante perché dal suo sviluppo su un doppio binario: il primo, quello delle indagini e della pianificazione dell'azione, che è un vero e proprio resoconto dettagliato con nomi e cognomi. Un secondo piano, puramente narrativo, in cui l'autore lascia andare la fantasia narrando delle vicende (parecchio angoscianti) di una verosimile vita privata. Molto, molto interessante, una soluzione di questo tipo. E non solo: anche la parte in cui si parla dell'inchiesta si differenzia da gran parte dei libri del genere, sia per costruzione che per linguaggio. Di solito pare di leggere un rapporto dei Carabinieri. Nel libro di Silvis, invece, no. E già questa è una lieta nota. Sì, ok: la parte personale fa venire una tristezza cosmica che fa passare la voglia di metter su famiglia e mette a dura prova la voglia di vivere. Ma non si può mica avere tutto dalla vita. Soprattutto da uno che piglia i boss mafiosi.
lunedì 8 marzo 2010
ERODE E LA PSICOPATIA DELL'ALLENAMENTO - Anna Marani/Elena Torre - Romano Editore

Be', ovviamente un buon intreccio, dei buoni personaggi, una scrittura quantomeno piacevole. Questo libro, scritto a quattro mani da Anna Marani ed Elena Torre, non solo adempie alla perfezione a questi requisiti minimi: li raddoppia!
Il romanzo, infatti, si basa sulle vicende di due "mastini": il commissario Biagini da una parte e l'appuntato Cortese dall'altra. Il primo esponente della Polizia, il secondo dei Carabinieri. Entrambi, vivono e lavorano nei dintorni di Viareggio. Le due autoresse (parola sbagliata ma che mi piace un monte) raccontano le vicende dei due: vicende che talvolta si intrecciano, si sfiorano appena. I due, però, non si incontrano mai. Il gioco narrativo che ne esce è perfettamente riuscito, così come i personaggi "di supporto"; i fatti su cui i due si trovano ad indagare, in modo diverso ma efficace, sono raccontati in modo stilisticamente accattivante e con un linguaggio facile, ottimo.
Insomma: se non si è capito, ancora, questo libro mi è piaciuto davvero molto. In alcuni punti vi sono accenti horror, in altri umoristici... Molto, molto brave alle due autoresse!
martedì 2 marzo 2010
IL CAREZZEVOLE - Massimo Lugli - Newton & Compton

Per ciò che mi riguarda, e che non credo riguardi solo me, la parte trainante del libro è il racconto dell'esperienza in redazione, una redazione "vecchia maniera", il noviziato per un lavoro che non funziona più in quel modo e in cui i personaggi non sono probabilmente più gli stessi. L'ambiente e il giornale fanno senz'altro pensare a Paese Sera, dove Lugli ha mosso i primi passi. Tuttavia, la testata non viene mai nominata direttamente anche se il racconto ha una chiara impronta autobiografica (serial killer a parte). Anche la scrittura è molto, molto buona. Quindi: ottimo libro. Complimenti.
lunedì 1 marzo 2010
ANNIVERSARIONE DA PAURA
Vabbè, tanto per dire: questo blog festeggia i QUASIQUATTROMESI di vita e i VENTI LIBRI letti, cotti e magnati. Faccio i complimenti all'autore del blog e mi ringrazio in quanto autore del blog. Cento di questi giorni, o anche qualcuno meno.
LEGGETE, GENTE, LEGGETE, ANCHE LA PEGGIOR ROBACCIA, ANCHE LE ISTRUZIONI DELLE SUPPOSTE, LA SCADENZA DELLA CREMA DI NOCI, LEGGETE, CHE LEGGERE VI TIENE APERTA LA MENTE, O QUANTOMENO VI TIENE LONTANO DALL'INFERNALE E MALIGNO MEZZO A SCHERMO E BATTITO PIATTO... LEGGETE, GENTE, LEGGETE!
STORIE E LEGGENDE DELLA VALLE DELL'ARNO - Settore 8 Editoria
La terra di Toscana, si sa, è una delle terre storicamente più fertili per cultura. Anzi: per culture. Perché accanto ai poeti, agli artisti, pittori e scultori, uomini di lettere e grandi politici, esiste da sempre un altro tipo di cultura. Quella che viene definita “popolare”, aggettivo che sembra, talvolta, mortificare un retroterra intorno al quale, spesso, è ruotato lo sviluppo e la crescita di un intero territorio, con le sue usanze, le sue credenze, le sue storie, le sue leggende.
In questo curato volume, i due autori, Fulvio Bernacchioni e Laura Bonechi, concentrano la loro ricerca e raccolta sulla terra che si snoda tra Firenze e Arezzo, quella valle in cui le vite delle persone sono scorse insieme alle acque limacciose del fiume Arno. Attraverso testimonianze dirette o spulciando documenti d’archivio, il libro racconta episodi di un novecento contadino e popolare, così come misteriosi fatti risalenti indietro nei secoli. Si narra, per esempio, dei “Pani del diavolo”, strane pietre cave che i contadini di Levane scambiarono per una manifestazione del maligno; o più indietro, quando nel 1333 un monaco di Vallombrosa mise nero su bianco come, durante una notte di tempesta spaventosa, vide in modo incontrovertibile i quattro cavalieri dell’apocalisse. E poi tantissimi altri episodi, legati da un unico filo conduttore: lo scenario, quel Valdarno terra di conquista e di viandanti.
Si arriva però a racconti più vicini nel tempo, e gli incubi che in epoche andate assumevano contorni fantastici e fantasiosi agli occhi dei popolani, diventano purtroppo reali. Storie terrorizzanti in cui il diavolo porta l’uniforme nazista, ed i morti rimangono appesi agli alberi per giorni e giorni; storie di guerra e di fame, storie di feste di paese e di rituali mai scomparsi, incisi nella terra e nelle persone e adesso raccolti in un volume a cui davvero conviene un’occhiata.
In questo curato volume, i due autori, Fulvio Bernacchioni e Laura Bonechi, concentrano la loro ricerca e raccolta sulla terra che si snoda tra Firenze e Arezzo, quella valle in cui le vite delle persone sono scorse insieme alle acque limacciose del fiume Arno. Attraverso testimonianze dirette o spulciando documenti d’archivio, il libro racconta episodi di un novecento contadino e popolare, così come misteriosi fatti risalenti indietro nei secoli. Si narra, per esempio, dei “Pani del diavolo”, strane pietre cave che i contadini di Levane scambiarono per una manifestazione del maligno; o più indietro, quando nel 1333 un monaco di Vallombrosa mise nero su bianco come, durante una notte di tempesta spaventosa, vide in modo incontrovertibile i quattro cavalieri dell’apocalisse. E poi tantissimi altri episodi, legati da un unico filo conduttore: lo scenario, quel Valdarno terra di conquista e di viandanti.
Si arriva però a racconti più vicini nel tempo, e gli incubi che in epoche andate assumevano contorni fantastici e fantasiosi agli occhi dei popolani, diventano purtroppo reali. Storie terrorizzanti in cui il diavolo porta l’uniforme nazista, ed i morti rimangono appesi agli alberi per giorni e giorni; storie di guerra e di fame, storie di feste di paese e di rituali mai scomparsi, incisi nella terra e nelle persone e adesso raccolti in un volume a cui davvero conviene un’occhiata.
IL SEGRETO DEL TERZO VIOLINO - Jacopo Chiostri - Romano Editore

Dalle trame omicidiarie di corte fino ai compagni di merende, le violenze e gli omicidi appaiono sempre come l’atto ultimo di una raffinata elaborazione, di disegni e progetti incomprensibili, terrorizzanti e allo stesso momento, o forse proprio per questo, irrimediabilmente affascinanti. Da sempre, non solo una certa qual vena sotterranea di violenza permea la città di Firenze; da sempre, esiste una certa qual fiorentinità nei fatti di sangue, da queste parti. È esattamente questa tremenda raffinatezza criminale, così terribile e per questo così affascinante, che si dipana nella trama de “Il segreto del terzo violino” di Jacopo Chiostri. Un vero mastino come il capo della mobile di Firenze Giandomenico Giusti si trova a dover risolvere un complicato intreccio che parte da due omicidi distinti, apparentemente del tutto scollegati tra loro. Apparentemente. Perché l’indagine porterà Giusti, e noi insieme a lui, a scoprire misteriosi legami che affondano la propria ragion d’essere in un passato torbido. Un passato che allunga la propria ombra di morte sui salotti buoni della Firenze bene, sfiorando personaggi importanti; e si sa, ci sono fili che non si dovrebbero toccare. Giusti non si ferma. Arriverà a svelare quale sia il segreto del terzo violino? E qual è il messaggio affidato agli anagrammi camuffati da titoli di giornale?
Un susseguirsi di eventi scorrono sotto agli occhi del lettore dalla prima all’ultima pagina: un libro certamente riuscito per Jacopo Chiostri, giornalista giunto alla sua seconda fatica letteraria dopo “Cemento... armato”. Un libro che parla del male, e della particolare forma che può assumere quando esso viene realizzato nelle città del Fiore.
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