Quattro racconti di Marco Vichi. Il primo, "Perché dollari?", che dà anche il titolo al libro, è una pseudoindagine del commissario Bordelli. Pseudo, perché non è una vera e propria indagine, ma un losco traffico in cui il commissario si ritrova coinvolto e che parla di spie e strani personaggi.
Ma la (per me) sorpresa è arrivata dagli altri tre racconti.
Il primo è "Reparto Macelleria". Uno stupendo racconto che parla di fascisti e partigiani, di un libraio che ha qualcosa di fatato, di un macellaio di uomini, di un nano, di uno che sta dietro a tutto l'ambaradan. Il secondo s'intitola "Il portafogli" ed ha un vago retrogusto alla Buzzati, quel fatalismo, quella normalità elevata a miseria e vetta: l'anonimo ragioniere, specchiato e metodico, che finisce in galera per un equivoco ma che scoprirà un mondo diverso da quello della Premiata ditta in cui ha speso tutta la vita. Il terzo racconto, "Tradimento", è un noir versiliano, la storia di un infiltrato che si troverà di fronte ad una scelta dura da compiere. Complimenti a Marco per questi racconti, soprattutto per l'atmosfera tutta particolare, polverosa, penombrosa, vagamente magica e infine terribile di "Reparto Macelleria". Come sempre, grande Marco.
Ma la (per me) sorpresa è arrivata dagli altri tre racconti.
Il primo è "Reparto Macelleria". Uno stupendo racconto che parla di fascisti e partigiani, di un libraio che ha qualcosa di fatato, di un macellaio di uomini, di un nano, di uno che sta dietro a tutto l'ambaradan. Il secondo s'intitola "Il portafogli" ed ha un vago retrogusto alla Buzzati, quel fatalismo, quella normalità elevata a miseria e vetta: l'anonimo ragioniere, specchiato e metodico, che finisce in galera per un equivoco ma che scoprirà un mondo diverso da quello della Premiata ditta in cui ha speso tutta la vita. Il terzo racconto, "Tradimento", è un noir versiliano, la storia di un infiltrato che si troverà di fronte ad una scelta dura da compiere. Complimenti a Marco per questi racconti, soprattutto per l'atmosfera tutta particolare, polverosa, penombrosa, vagamente magica e infine terribile di "Reparto Macelleria". Come sempre, grande Marco.